Militaria: la battaglia del fiume Ugra

 Prima parte: l’antefatto storico

Anno 1480, Russia meridionale: le forze di Akhmat Khan, il signore della Grande Orda e l’esercito del Gran Duca Ivan III di Mosca si fronteggiano sulle srive del fiume Ugra. L’esito della battaglia si concluderà con la ritirata dei Tataro-Mongoli e la fine delle pretese di tributi (da parte loro) nei confronti di Mosca. Ivan terzo nacque il 22 gennaio del 1440, suo padre era il granduca di Mosca Vasilij secondo, mentre la madre era la principessa Maria Jaroslavna. Il quadro geopolitico dell’epoca vedeva il granducato di Mosca circondato da potenze ostili, a nord ovest c’era il granducato di Lituania e Polonia, a sud-ovest c’era il kanato di Crimea, a sud est trovavamo il kanato dell’orda d’oro, mentre ad est c’era il kanato di Kazan. Alle volte verrebbe da dire: ‘nulla di nuovo sotto il sole’. A partire dal 1242, dopo il formale atto di sottomissione del principe di Novgorod (Alessandro Nevskij) all’impero mongolo, un astuta decisione politica che aveva evitato a Novgorod il destino degli altri principati russi, il ducato di Mosca aveva acquisito un ruolo sempre più importante all’interno dello spazio russo. Il granduca di Mosca aveva il compito di raccogliere dagli altri principati russi i tributi annuali da versare al kanato dell’orda d’oro. Progressivamente i territori di Mosca si erano estesi ad altre città russe, anche se questa crescita non era riuscita ad eliminare del tutto gli scontri e le rivalità territoriali e dinastiche fra Mosca e gli altri principati. Anche a causa delle divisioni interne, la condizione delle entità statali russe, per almeno due secoli, rimase quella di vassallaggio verso il kanato dell’orda d’oro. Quest’ultimo era abitato da popolazioni prevalentemente di ceppo etnico turco, di religione musulmana, mentre la leadership politica e militare manteneva dei legami di discendenza con l’etnia mongola, che agli inizi del 1200 aveva dato vita ad uno dei più grandi imperi della storia. Nel corso del tempo il kanato si era suddiviso in entità statali concorrenti, di conseguenza anche la forza militare dei tartari si era affievolita. A dimostrazione di questa circostanza, il giorno otto settembre 1380 il principe di Mosca (Dimitri Donskoy), raccogliendo un esercito di 60.000 uomini, era riuscito ad infliggere una dura sconfitta all’esercito del Khan Mamaj (forte di almeno il doppio), nelle vicinanze del fiume Don (in quell’occasione il kanato aveva stretto un alleanza con il granducato di Polonia/Lituania). Un secolo dopo il kanato dell’orda d’oro è ancora alleato del granducato di Polonia/Lituania, e ancora una volta tenta di ripristinare il vincolo di vassallaggio nei confronti della Moscova. Tuttavia, nel 1480 i rapporti di forza erano decisamente cambiati a favore di Mosca, e dunque il progetto di Akhmat Khan si configurava di difficile realizzazione.

Seconda parte: la battaglia del fiume Ugra

Ivan terzo è considerato l’unificatore delle terre russe, e anche il primo principe di Mosca a fregiarsi del titolo di monarca. Egli, in qualche modo, avendo sposato una principessa bizantina (Sofia Paleologo, nipote dell’ultimo imperatore bizantino), era legittimato a proclamare Mosca la terza Roma. Bisanzio (la seconda Roma) era infatti caduta sotto i colpi dell’impero ottomano, e dunque toccava a Mosca il compito di proteggere la fede cristiana ortodossa. In questo senso Ivan III era destinato a diventare qualcosa di più di un monarca, il suo destino era quello di un imperatore romano, un Cesare, ovvero uno Zar (Czar, derivato dal termine Cesare, Caesar). Il dramma occorso al padre, Basilio II, imprigionato e accecato da alcuni boiardi ribelli, lo spingeva a limitare il potere dei feudatari (boiardi) e di converso a perseguire una politica di accentramento monocratico statale. D’altronde le divisioni interne feudali erano state spesso foriere di sconfitte militari e di invasioni da parte di potenze ostili confinanti. Nel 1470 si registrò la prima azione militare di Ivan III. L’obiettivo era Novgorod, la ricca e florida città commerciale del nord, gelosa della sua autonomia ultra secolare. Novgorod era insofferente nei confronti della politica accentratrice di Mosca, e stava cercando di porsi sotto la protezione di Casimiro, re di Polonia e principe di Lituania. La mossa di Novgorod era dettata principalmente da motivi commerciali, tuttavia essa implicava delle conseguenze di tipo religioso, in quanto poteva essere intesa come un tradimento della fede ortodossa (essendo il regno polacco lituano di fede cattolica). Ivan iniziò la campagna contro Novgorod nel 1470, l’esercito di Mosca riuscì a battere in due occasioni le armate avversarie (battaglia sul fiume Selon e sulla Dvina settentrionale, 1471). In seguito a questi rovesci militari Novgorod fu costretta a chiedere la pace, rinunciando ad ogni rapporto con il regno Polacco -lituano. Inoltre le venne imposto di cedere una parte dei propri territori e di pagare una indennità di guerra di 15.500 rubli. Lo stato moscovita era ora più forte di prima, inoltre la vicenda di Novgorod valeva come un terribile monito verso tutte le ricorrenti spinte centrifughe (che avevano caratterizzato per secoli la storia russa). Il cemento culturale dello stato era la religione ortodossa e al contempo il destino imperiale di Mosca (in quanto terza Roma). Ivan riuscì poi ad assorbire i principati russi di Jaroslavl, Rostov e Tver, in vari modi; talvolta seguendo la via del contratto matrimoniale, in altri casi la via della conquista militare. Ivan condusse delle guerre contro i propri fratelli, e con i principati da loro governati, riuscendo sempre a prevalere. Nel corso del tempo promulgò una legge che cancellava i diritti ereditari dei discendenti dei principi, stabilendo che i loro beni dovessero automaticamente passare al gran principe di Mosca. In questo modo fu scritta la parola fine sui residui principati indipendenti. Come si può facilmente comprendere, nel 1480 erano ormai poste in essere le condizioni per l’ulteriore crescita della potenza statale del regno di Mosca. Ivan III, discendente diretto del variago Riurik di Novgorod, sarebbe ben presto assurto alla gloria per gli esiti della battaglia del fiume Ugra. Prima di affrontare le questioni particolari della battaglia, vorremmo fare notare ai lettori una costante storica curiosa. La Russia nel 1480 si trovò costretta a fronteggiare e battere una coalizione di nemici potenti, poco più di due secoli dopo, nella battaglia di Poltava (8 luglio 1709) le truppe dello Zar Pietro il Grande sconfissero un altro avversario potente, e in quell’occasione misero fine alle ambizioni imperiali dell’invasore, il re svedese Carlo XII. Successivamente, agli inizi del 1800 (24 giugno 1812), una coalizione di eserciti europei, guidati da Napoleone Bonaparte, invase la Russia, giungendo fino a Mosca. Sappiamo tutti come finì quel tentativo di conquista, in quanto tutti abbiamo studiato sui libri di storia della disastrosa ritirata di Russia dell’armata imperiale napoleonica. A partire dal mese di giugno del 1941, una coalizione di eserciti di paesi europei (Italia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Finlandia, Germania), tentò per l’ennesima volta la conquista dei territori e delle città russe. Anche tale avventura ebbe un epilogo sfavorevole per gli invasori. Sui libri di storia possiamo leggere che nel maggio del 1945, i carri armati russi e l’armata rossa erano accampati sulle rovine di Berlino. L’operazione Barbarossa, iniziata il 22 giugno 1941, aveva decretato la fine del Reich millenario nazista. Quale conclusioni possiamo trarre da queste curiose ricorrenze storiche? Qualcuno ha osservato, a tal proposito, che la Russia si è rivelata in diversi casi il cimitero degli imperi (invasori). Si dice che la storia è maestra di vita, purtroppo è anche vero che la maggioranza dei suoi allievi è distratta e svogliata, e non impara nulla dalle sue lezioni. Ma chi non impara nulla dagli errori del passato, è destinato a ripeterli di nuovo (1).

La battaglia del fiume Ugra

Nel 1476 Ivan III smise di erogare i tributi annuali all’orda d’oro. Quattro anni dopo Akhmat Khan strinse un alleanza con il re polacco Casimiro IV, per un attacco congiunto contro il comune nemico. Si consideri che Akhmat aveva un pericoloso avversario nel kanato di Crimea (a sua volta alleato del granducato di Mosca, e nemico del regno Polacco-lituano). Nel frattempo due fratelli di Ivan avevano deciso di contestare l’autorità del primogenito, riconfermando le storiche tendenze centrifughe dell’area russa. Akhmat, tentò di sfruttare le divisioni interne al granducato di Mosca, e dunque decise di muovere il proprio esercito attraverso i territori di Casimiro, facendo accampare le truppe sulla riva sinistra del fiume Ugra. I boiardi russi erano divisi sul da farsi, poiché una parte consigliava ad Ivan di arrendersi, mentre un altra parte lo spingeva ad ingaggiare battaglia. Nell’autunno del 1480 Ivan era comunque riuscito a riappacificarsi con i due fratelli ribelli, rinforzando l’esercito sul campo delle operazioni. Nei primi scontri con il corpo di spedizione tataro-mongolo le forze russe riuscirono a sconfiggere gli avversari. Akhmat, tuttavia, non demordeva, fiducioso nell’arrivo delle truppe di Casimiro. Quest’ultimo però era impelagato in questioni interne al suo regno, e inoltre doveva risparmiare le forze per fronteggiare la minaccia del kanato di Crimea. In presenza di tali circostanze l’esercito di Akhmat Khan fu costretto a ritirarsi dal campo di battaglia. Morale della storia: dopo duecento anni il granducato di Mosca aveva reciso definitivamente ogni rapporto di vassallaggio nei confronti dell’orda d’oro. Il sei gennaio 1481 Akhmat fu ucciso, durante una battaglia con l’esercito di Ibak Khan di Tjumen, il kanato dell’orda d’oro si avviava verso l’inevitabile declino e frammentazione.

Considerazioni generali

Le secolari divisioni interne fra i principati russi avevano favorito la dominazione delle potenze rivali, in primis il kanato dell’orda d’oro, ma anche le mire espansionistiche del regno polacco – lituano. Il tributo annuale verso il kanato era diventato sempre più un atto simbolico nel corso del tempo, tuttavia l’esistenza stessa del kanato dell’orda d’oro era un impedimento di fatto alla piena proiezione della potenza di Mosca. In definitiva la battaglia del fiume Ugra pose le premesse per la fine del kanato e l’espansione della Moscova ben oltre il suo tradizionale perimetro.

(1). L’invasione napoleonica e quella hitleriana hanno entrambe affrontato dei seri problemi logistici e di approvvigionamento, a causa della vastità del territorio russo. Il clima invernale ha inoltre aggiunto ulteriori problemi, sia in termini di vestiario appropriato, sia in termini di utilizzazione degli armamenti e dei mezzi (camion e carri armati nel caso dell’invasione nazista). D’altro canto, la stessa vastità del territorio ha consentito all’esercito russo di ripiegare e riorganizzare le proprie forze su successive linee di difesa, depotenziando, in entrambi i casi (invasione napoleonica e nazista) lo slancio iniziale dell’offensiva avversaria.

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